mercoledì 24 febbraio 2010

L'intervista … con il BANDITO Episodio 41: Marco Sembenotti

(nella foto sopra, quando parla il "Sembe" le folle si muovono in massa per sentire i suoi spunti)

Ve l'avevamo promesso cari adepti, e, come ben saprete, i Banditi difficilmente non mantengono le promesse; signore signori oggi abbiamo l'onore di ospitare nel nostro invidiato ufficio il patron del Green Tower, ovvero Sir Marco Sembenotti. Per un ospite così abbiamo dovuto dare una pulita a tutto lo studio e stendere il proverbiale tappeto rosso (tra l'altro preso in prestito dal famoso film festival di Cannes), ma dall'intervista che ne è uscita, direi ke ne è valsa la pena.Bando alle ciance dunque, fiato alle trombe e partiamo con questa super intervista.

D: Come prima domanda mi sembra logico partire dagli antipodi, quindi tutti i banditi e i nostri lettori vogliono sapere come è cominciata l'avventura del buon Sembe nel calcio a 5, qual è stata la scintilla che ha fatto scoppiare nel tuo cuore e nella tua mente un incendio chiamato "futsal"?
R: Ti dirò che c'è poco di passionale nel mio approdo al calcio a 5 avvenuto nell'ormai remoto 1995: era un caldo agosto ed in qualità di giocatore / dirigente di una squadra di calcio a 11 (Fc Tani) che da tre stagioni furoreggiava nel Campionato provinciale Amatori d'Eccellenza (c'era anche la Promozione ma noi eravamo nell'elite...) mi recai nella cartoleria di Giuseppe Caracristi, il compianto padre del buon Cristiano, per formalizzare l'annuale iscrizione. Con sorpresa pari al disappunto scoprii che il Caracristi, organizzatore e padrone unico dell'attività amatoriale in Trentino, aveva già chiuso le iscrizioni tagliando chi non era presente all'assemblea del primo sabato dopo Ferragosto. E se qualcuno, come noi, era via per ferie (il 18 agosto può capitare, no?) chissenefrega: fuori era e fuori rimaneva da ogni campionato. Così fu. E per la nostra squadretta d'amici che vantava una dozzina d'anni fra 3° categoria e Amatori, non rimanevano che due strade: sciogliersi o passare al calcio a 5 Figc, unica disciplina con le iscrizioni ancora aperte. Scegliemmo tale via ma non avendo il tempo di fondare una nuova società ed affiliarla, ci iscrivemmo come sezione calcio a 5 dell'Us Aldeno, il cui presidente era un buon amico. La nostra prima denominazione completa fu così S.S.A. Green Tower, dove A stava per Aldeno ma non veniva esplicitato per non generare confusione e rischiare di farci perdere l'orrenda palestra di via Olmi che il Comune di Trento, bontà sua, ci aveva assegnato come base. Allora il campionato era regionale, un girone unico con 12 squadre delle quali tre erano di Trento (noi, il Cognola Coin e il Trento5 Calciomania), quattro della Lagarina (Lizzana, Rovereto, Pomarolo e S. Maria, poi diventata l'attuale Olympia), tre di Bolzano (Virtus Don Bosco, Juve Club, Gs Fato) e due di Merano (Bubi e Holiday). Il calcio a 5 in regione era tutto qui, anzi c'era pure una formazione che faceva la serie B ed era il Gs Merano, disciolto pochi anni più tardi. Se vuoi qualche chicca che ho ritrovato spulciando le vecchie liste posso dirti che di quel Pomarolo l'anima era già Adami, nel S.Maria c'erano Emanuel Festini, Marzani e Bonamico, nel Trento5 Andrea Faes e Fabrizio Vagnerini, nel Gs Fato il portiere era il diciasettenne Patrick Marinelli e giocava ancora Enzo Zadra, nella Juve Club giocava Giorgio Salvagno, nel Rovereto di Luca Pasqualetto c'erano Marco Colombo e Nicola Andreolli, nel Lizzana il portiere Boi, Michele Lorenzini e Cristiano Simoncelli, nella Virtus don Bosco Luciano Faustin (!!) e Luca Margoni. Per la cronaca di quel primo Green Tower il numero 2 ero io, poi c'erano Armando Cavosi, Marco Topo Voltolini, Marco Tomaseni, Andrea Bort, Paolo Chemolli, Raffaele Memmo, Renzo Scremin, Roberto Tomasi ed Ezio Maria Sieff. Il campionato del 1995 lo vinse il Pomarolo davanti al Rovereto e noi esordienti arrivammo buoni terzi.

D: La tua popolarità nel mondo delle palestre è dovuta anche al fatto che proprio tu sei stato l'uomo che ha scoperto il giocatore che in tutta la regione ha fatto stropicciare gli occhi, fino a portare alla cecità, centinaia di appassionati; stiamo parlando del ballerino di tango Hernan Gabriel Caruso. Raccontaci come hai fatto a strappare alla pampa argentina questa stella.
R: Fu Toni Salinas, che allora giocava a 11 con la Garibaldina, a parlarmi di un suo amico di Buenos Aires forte a calcio a 11 e fortissimo a calcio a 5 che sarebbe venuto volentieri in Italia a giocare dovendo espletare le pratiche per ottenere la cittadinanza italiana. Ci parlammo telefonicamente, gli pagai il viaggio ed arrivò. Lo provammo in allenamento e fu subito, inevitabile, amore!

D: Sicuramente quell'annata è stata una delle migliori (fra l'altro ha avuto l'onore di parteciparvi anche il vostro bandito nr.12), avevi una rosa composta da grandi giocatori: Lo Conte, Tonini, De Luca, Caruso, Salinas e chi più ne ha, più ne metta. Ma alla fine di quella strepitosa stagione decidi di non iscrivere la squadra al campionato di B, di ripartire dalla C. Che cosa è successo durante quell'estate, per farti fare sta scelta dolorosa come una pallonata negli zebedei?
R: Fu una delle tante storiacce del mondo del calcio. C'era una squadra, il Brescia, che era in serie C lombarda ma millantava di sponsor milionari e di serie A in tre stagioni. Ammaliò col fruscio delle banconote il nostro mister Bobo Torboli che a fine annata mi comunicò la sua intenzione di andare a Brescia. Attirato dalla stessa calamita anche Toni Salinas decise allora di trasferirsi a Brescia raccontandomi la favoletta che lo faceva per amore di una bresciana con cui voleva metter su famiglia.... Per il Green Tower erano due martellate ma il peggio arrivò a luglio, un paio di giorni prima del termine delle iscrizioni, quando venni a scoprire che anche Caruso, tornato in Argentina a mie spese dopo essersi solennemente impegnato a giocare ancora con noi, si era invece accordato di nascosto col Brescia, ovviamente col tramite di tramaccione Torboli. La terza martellata ruppe definitivamente il giocattolino, tanto più che anche Loco e Tonini erano sotto attacco dei bresciani. Optai per la linea drastica: niente più serie B, il Green Tower si autodeclassava in C e voltava pagina. Con una nuova banda di "boci" che il neomister Righi avrebbe forgiato magnificamente.

D: Visto che oltre ad un grande presidente, per anni sei stato anche un grande allenatore (anche se i giocatori che hai avuto sotto le tue grinfie non saranno molto d'accordo), ti do la possibilità di scegliere 12 giocatori fra tutti quelli di questi anni e creare un top-team che avrebbe la possibilità di competere a testa alta in un campionato nazionale.
R: Non fare tanto lo spiritoso, io sono potenzialmente un grandissimo mister... Lo sai qual è il mio curriculum in panca in D con la seconda squadra del Green? Sette campionati vinti e tre secondi posti, roba da far impallidire Mourinho e Capello! Il patentino dovrebbero darmelo ad honorem (anche perchè non so se ce la farei a prenderlo da solo: tre palleggi di prova tecnica per me restano un'utopia...). Ma lasciamo perdere discorsi da mister e ipotetici top-team, tanto ti dico subito che come portiere ti metterei solo se fossero indisponibili Carlesi, Del Pin, Micheletti, Righi, Lorenzetti, Pecoraro, Bortolozzo, Fadanelli, Pellegrini, Mura, Zucal, Sabatino, Redolfi, Chiogna e Boi.

D: Tanti anni di Green (ormai ho perso il conto di quanti anni hai passato nelle palestre regionali), ma fondamentalmente pochi allenatori. Se la memoria non mi inganna (e conoscendo la mia testa, può anche essere) gli allenatori degli oro-nero sono stati: Torboli, Righi, Regondi e Loss (a parte il traghettatore Coratella). Ti chiediamo un giudizio su ognuno di questi mister, buono o cattivo (chiaramente cattivo sarebbe meglio….).
R: Beh, a parte che ti dimentichi di me che ho diretto la barca anche in C prima dell'arrivo di Torboli (1998), questa è davvero una bella domandina.
Allora, il Bobo che ho avuto io era un Bobo diverso da quello odierno, molto più genuino, affidabile e passionale, non smodatamente materialista (per usare un eufemismo) come ora. Non aveva neanche lui grande esperienza ma ha portato quel quid di "professionismo" che ci ha fatto crescere sia nelle piccole cose (abbigliamento, approccio alla palestra) che in quelle fondamentali (preparazione, movimenti in campo). Tecnicamente sa il fatto suo ed almeno ai nostri tempi era di certo il leader in regione. Ma umanamente era un mezzo disastro: al di fuori dei titolari indiscussi non riusciva a tenere vivi i rapporti con nessuno degli altri giocatori. E solo io so quante volte ho dovuto cucire e ricucire con tutti altrimenti finivamo i campionati in cinque!
Cico Righi in questo senso è l'opposto: meno autorità e personalità ma una smisurata capacità di coagulare e valorizzare tutta una rosa. Era il nostro portiere, poi dal nulla è diventato il mister e si è costruito la sua credibilità in tempi record, aiutato da un equilibrio caratteriale raro. E' educato, leale, puntiglioso, umile, bravo a tirar fuori il massimo da ognuno. In più, il che non guasta, ha un bel feeling con la fortuna.... Insomma è un vincente nato ed è come Ancelotti: impossibile non volergli bene.
Gigi Regondi invece è il classico dottor Jekyll-mister Hyde: vedendolo fuori dal campo pare un orsacchiottone di peluche, poi lo vedi in azione e pensi che sia uno squilibrato. E' contemporaneamente squisito, gioioso, sereno, ma anche impulsivo, antipatico, nevrotico. Viene dal futsal vero, e si vede: rispetto a tutti i nostri ha una marcia in più se non altro per conoscenze, tecnica e passione. E poi dove lo trovi un altro capace di sciropparsi quattro volte a settimana due ore di viaggio per allenare una squadretta di provincia senza ambizioni nè futuro nè soldi? Quando andavo in palestra e lo vedevo sbraitare con sette, otto giocatori, non di più, applicandosi come fosse sempre alla vigilia della Champions mi faceva sincera tenerezza. Certo, ha un caratteraccio che te lo raccomando ma da noi era davvero sprecato. Ed infatti ora è in A pur essendo appena retrocesso dalla B. Forse per lui sarebbe stato meglio se almeno una volta avessi preso sul serio quelle dimissioni che mi avrà dato circa venti/trenta volte a stagione!
Ora toccherebbe a Loss ma salto il capitolo perchè non si parla dei presenti, solo dei passati. E poi lui è uno che "sfodega" sempre su tutti i siti e saprebbe subito cosa ho detto. Mi permetto solo di definirlo un concentrato dei tre che l'hanno preceduto. E io gli voglio un gran bene.Invece lasciami ricordare che per la nostra storia sono stati importantissimi anche alcuni "secondi" che ho apprezzato tanto: Marco Montagni, Stefano Coser, Matteo Depaoli su tutti.

D: E' inevitabile fare due chiacchiere sulla stagione passata del "tuo" Green. Quindi mettiti comodo sulla poltrona del nostro confortevole ufficio e dicci cos'è successo. La squadra era competitiva, secondo te, per un campionato così impegnativo? Di chi sono le colpe maggiori di una stagione che, ad un certo punto, somigliava più ad una via crucis?
R: Non so quanto spazio ho già occupato, penso tantissimo ed allora ne approfitto per andare veloce su certi argomenti dolenti....Lo sai come la penso, la B bisognava semplicemente non farla! Con i nostri giocatori, i nostri mezzi limitati e soprattutto la nostra mentalità non saremo mai all'altezza di farla da protagonisti. Solo campionati di retroguardia, di sopravvivenza, di sofferenza. Con l'entusiasmo e la voglia che scemano sabato dopo sabato. Io me l'aspettavo esattamente così come è stata, ma non si poteva fare diversamente. Avevate stravinto la C e la chance vi spettava. Di colpe comunque non parlerei, eravamo nè più nè meno quello che ha detto la classifica. Se proprio la colpa più grossa ce l'ho io che mi sono fatto convincere ad entrare in un'avventura che interessava troppo poco e a troppo pochi.

D: Si possono cambiare mister, si possono cambiare giocatori, ma il tuo "giocattolo" chiamato Green Tower, quando sente aria di serie C, drizza le antenne ed è sempre ai primi posti della classifica. Anche quest'anno la banda di mister Loss sta mantenendo la tradizione. Facendo i dovuti scongiuri (sono sicuro che tutta la truppa oro-nero si starà toccando le zone basse), saresti pronto a rituffarti in un nuovo campionato nazionale?
R: Guarda, ringrazio il cielo che quest'anno Bubi e il C5 Bolzano ci tolgono ogni pensiero al riguardo! Sono contento che stiamo facendo bene perchè abbiamo un nome e una storia da difendere. Però sui gradini bassi del podio si sta benissimo. Tocca agli altri la questione nazionale, ci tengono di più e la meritano di più.

D: Solitamente i più vincenti sono anche i più odiati (vedi la mia juve…). Sarà per questo che, per usare un eufemismo, non risulti molto simpatico nell'ambiente del calcio a 5? O c'è dell'altro sotto?
R: Ti dirò che è un mio cruccio questa storia. C'è stato un periodo nel quale leggevo i siti del calcio a 5 locale e mi deprimevo: per lo più sotto pseudonimo erano in tanti che non perdevano l'occasione per parlare male o insultare. Io sinceramente ho pochissimo da rimproverarmi: non uso fare sgarbi o tiri mancini e credo che nessuno possa rinfacciarmi direttamente scorrettezze tali da giustificare antipatia o astio. Allora voglio pensare che sia questione di una mia sovraesposizione mediatica dovuta al giornalismo, al calcio, alla politica. Poi mettici anche il Green Tower che nel suo piccolo ha spesso vinto. Tutte cose che possono dar fastidio, specie a chi ha nascosto dentro il seme dell'invidia. E allora ecco che "quel Sembenotti lì mi sta proprio sulle palle". Senza veri motivi. Che vuoi farci? Conto su di te per spiegare che non è così....

D: I banditi del calcio a 5 hanno dei poteri magici e, meglio del Genio della Lampada, ti danno la possibilità di realizzare 3 desideri sempre, chiaramente, nell'ambito del futsal. Quindi prendi sta lampada, strofinala per bene e spara sti desideri.
R: Uno personale: rivedere Dorigatti nel Green, uno di squadra: arrivare secondi in campionato, uno generale: una formazione tutta di trentini doc in serie A.

D: Siamo alla fine della nostra intervista caro presidente e, come sempre, i banditi danno la possibilità a colui che resiste fino al termine, di togliersi un sassolino dalla scarpa. Hai carta bianca Sembe, sfogati!
R: Allora, una volta per tutte smettiamola di dire che nel nostro calcio a 5 c'è scarsa attenzione ai giovani. Come se in giro ci fossero chissà quanti boci smaniosi di giocare e di impegnarsi i quali, poverini, non trovano spazio e modi per esprimersi. Non è vero niente. La realtà, purtroppo, è che un under 20 da noi ha altro che il futsal per la testa. Passi ancora per il calcio a 11, ma quello a 5 è davvero considerato e vissuto come un ripiego. La cui passione, quando c'è, dura lo spazio di qualche mese e la voglia di applicarsi ancor meno. Ad allenamento ci viene se non ha di meglio da fare e spesso basta una birra con gli amici per dimenticarselo del tutto. Se non gioca o gioca poco invece di impegnarsi maggiormente non si fa più vedere, ovviamente senza curarsi di avvisare. Se per una qualsiasi ragione non è in campo, non lo troverai mai sulla tribuna a seguire comunque i compagni. E se lo attende una trasferta lunga invece che la comoda partitella sotto casa, stai sicuro che avrà un impegno inderogabile. Ci fosse poi una prima squadra che lo convoca sarebbe una seccatura in più da evitare con la prima scusa che passa per la testa. Per non dire dell'incapacità assoluta di pronunciare un grazie, un buongiorno e un buonasera (ah, buona educazione dove sei finita!). Insomma, salvo pochi casi, da noi i giovani non hanno alcuna vera attrazione per il calcio a 5. Ed è per questo che chissà per quanti anni ancora saremo l'ultima provincia dell'impero. E per quanto mi riguarda, te lo anticipo per primo, dopo cinque anni ho deciso di chiudere con l'esperienza dell'Under 21 nazionale Sul cartello scriverò CHIUSO PER DISINTERESSE. Ciao

Il Sembe è appena uscito dalla porta del nostro ufficio, mentre il vostro Bandito nr.12 è ancora seduto sulla sua poltrona di pelle umana davanti ad un bel bicchiere di Vecchia Lomagna riflettendo sulle parole del suo ex patron. Che dire, interessante intervista, devo ammetterlo. E non sarà l'ultima cari amici, perché i Banditi sono sempre sul pezzo e hanno una marcia in più di tutti gli altri. Come diceva un vecchio saggio: Provare, per credere!

Alla prossima Amicaci….Sempre vostro, Bandito nr.12!

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