mercoledì 1 dicembre 2010

L'intervista … con il BANDITO Episodio 47: Giorgio Salvagno

(nella foto sopra, Giorgio "Cast Away" Salvagno in versione agente segreto)


Domanda: L'imminente arrivo dell'uomo grasso con la barba bianca, coincide con l'apertura del roboante mercatino…io personalmente mi definisco un estimatore di queste strutture in legno di "Abete Stanco", ma solo ed esclusivamente perché dispensano copiose tazze di "Vin Brulè", che nel mio intestino si accomodano alla perfezione, manco stessi giocando a Tetris…proprio la prima sorsata stagionale di questa ustionante bevanda, ha fatto balenare nella mia mente un quesito: "Ma Cialtron Neffo, quale squadra ti ha più divertito su un terreno parquettoso nell'orbita regionale???"…la risposta è uscita in un lampo, come una saetta nel pieno di un uragano…semplice, la Juventus Club 2005/06, cioè quella targata Giorgio Salvagno!!! Appunto per questo "Cast Away" Salvagno è ospite nei nostri polverosi studi!!! Allora Boss, qual è stato il veicolo, la scintilla, il barlume di follia misto ad ingenuità, che ti ha introdotto nel mondo patinato del futsal???
Risposta: Innanzitutto un saluto a tutti gli appassionati e grazie di ospitarmi nella tua divertentissima rubrica. Iniziai come giocatore nello juventus club molti anni fa, circa 17 per la precisione. Non ero particolarmente dotato…calcisticamente parlando, anzi rispetto a quelli che allora erano i miei compagni di squadra (i vari Bacher, Bedin, fratelli Bruson, Giacomuzzi, Gigliotti, Manarin etc) si può tranquillamente affermare che ero un ''ferro da stiro''. Tantè che le partite più che giocarle le guardavo da vicino sdraiato sulla panca. Cominciai così a seguire le partite con spirito critico cercando di immaginarmi come sarebbe stato o cosa sarebbe successo se in un dato momento qualcuno avesse fatto una certa cosa piuttosto di un'altra. Un giorno venne a mancarci la persona che si occupava della gestione dei cambi, diciamo l'allenatore anche se all'epoca di allenatori veri e propri non ne giravano molti. Ebbi la mia occasione…non di scendere in campo direttamente chiaramente, ma di poter contribuire più dignitosamente alla causa. Scoprii che fare l'allenatore non era poi così male e soprattutto non era affatto un ripiego.

Domanda: Chi è detentore di una memoria corta (colgo l'occasione per ringraziare il nonno de me moie, che facendomi ingurgitare kg su kg di alici marinate ha reso il mio cervello un pezzo unico di granito da cava) ti ricorda solo ed esclusivamente per l'esperienza al C5BZ, ma non sa assolutamente con chi ha a che fare, dato che la tua prima esperienza con la bola che rimbalza poco è da ricercare nella notte dei tempi…o meglio nella Juventus Club di millenni fa, quella formata da vecchi "volponi" tipo Bacher, i fratelli Bruson (fedele copia dei gemelli Derrick della Hot Dog), Gigliotti, ecc….cosa ricordi di quella prima esperienza che ti ha anche regalato una bella promozione in Serie C???
Risposta: Iniziai come incaricato ai cambi le ultime partite di quella sfortunata stagione che ci vide retrocedere. L'anno successivo ripartimmo dalla serie D più o meno con lo stesso organico. Facemmo un ottimo campionato. Arrivammo secondi dietro il Milan club. Salivano le prime due e fummo promossi nuovamente in C. Purtoppo non sentivo una grossa stima intorno a me. In effetti non è facile per nessuno prendere indicazioni, suggerimenti, idee e anche rimbrotti da uno che fino al giorno prima sospettassi addirittura non sapere che il pallone è rotondo. Ricevetti l'offerta dell'Holiday Merano…. e mi ci fiondai come un missile.

Domanda: Dopo aver iniziato a plasmare il tuo "io" futsalistico, ecco sopraggiungere il momento delle valigie e dei saluti…la migrazione verso Merano, in casa del mondo "vacanziero" (l'Holiday), dove rimani diverse stagioni (quattro se non sbaglio) senza farti mancare niente…promozioni, ma anche retrocessioni…racconta a noi cialtroni erranti il momento più alto di questa avventura, ma anche la metaforica "Fossa delle Marianne", quella dove in quel preciso momento ti saresti volentieri inabissato…
Risposta: La cosa più bella fu quando durante una partita per la prima volta un giocatore impazzito applicò un movimento che da tempo cercavo di trasmettere alla squadra….non ci fu il gol ma ci andammo molto vicini. Questo ci diede fiducia a tutti. Ai giocatori perché presero coscienza delle loro possibilità. A me perché presi coscienza che forse non sparavo solo ''cazzate''. Quel giocatore si chiama Daniele Claps. Lui non lo sa…ma quel movimento fu davvero importante per me. Da quel momento cominciai timidamente a sentirmi un allenatore. Gliene sono grato. Veramente. L'anno successivo però retrocedemmo….altro che ''fossa delle marianne''. Scoprii l'amarezza del fallimento in prima persona. Le cose non vanno sempre come tu vorresti, nonostante un impegno smisurato e la passione che ti mangia vivo. Comunque ci rialzammo tutti e l'anno successivo vincemmo la serie D con un punto di vantaggio sul Laives che venne promosso l'anno dopo.

Domanda: L'aeroporto successivo che fa spazio alla tua fusoliera, sempre più carica di esperienza, è ancora a tinte bianco/nere, ma la Juve che il DS Flaim ti da in mano l'estate del 2004 è un team rinnovato…oltre ad un paio di intramontabili senatori (Bacher, Gigliotti + Mezzanotte) la linfa vitale proviene dalla Juniores calcio a 11..volti nuovi, facce pulite, forse ancora col rigagnolo di latte sui lati della bocca, ma carichi di voglia d'imparare e adatti ad essere plasmati…stiamo parlando di Marino, Casarin, Veronese, Gianotti, Crupi, Mongelli, ecc. Il primo anno vi regalate un ottimo settimo posto, ma il secondo fate il botto, facendo penare fino all'ultimo il rodatissimo Pomarolo e piazzandovi al secondo posto della classifica (andando a fare gli spareggi, poi persi nel triangolare). Quella squadra incantava, era fatta di meccanismi degni di un orologio Parmigiani, vedervi in campo era un vero godimento…qual'era l'ingrediente segreto di questa squadra, che pur non avendo un bomber di razza (i goal erano equamente distribuiti nella rosa) riusciva a fare secchiate di goal rischiando pochissimo in fase difensiva???
Risposta: I primi due anni furono veramente fantastici. I ragazzi, i vari Marino, Veronese, Deboni, Casarin, Gianotti, Mongelli, Crupi, Sartin, Zuccal, Ficco, Ferlisi e Righetto(spero di aver ricordato tutti) avevano 2 doti fondamentali. La prima…la bravura. La seconda che erano, calcioa5 parlando, vuoti e quindi facilmente plasmabili. Inoltre non avevamo nessun tipo di pressione. Ci chiesero di fare il nostro meglio e noi ci divertimmo molto.

Domanda: I "To be continued" con i bei finali il più delle volte appartengono solo alla fantasia o al mondo televisivo…difatti l'anno dopo, quel team che aveva lasciato a bocca aperta la regione, non riesce a ripetere le gesta passate, anzi si guadagna "solo" un settimo posto…l'annata 2007/08 addirittura diventa tribolata (molti elementi di spicco del team, Crupi e Veronese su tutti, avevano fatto le valigie per lidi più allettanti), con una salvezza colta solo nelle ultime giornate…in un "congegno umano" che sembrava perfetto, sei riuscito a capire cosa ha staccato la spina??? La mancanza di nuove leve adeguate, la scarsa voglia di sacrificio, o il puro e semplice appagamento??? Credi forse di aver sbagliato qualcosa anche tu motivando poco l'ambiente???
Risposta: Beh, sai certamente io non sono un gran motivatore. Mi spiego. Possiamo provare a motivare uno ad andare in guerra con il richio di morire. Ma cosa devo dire per motivare qualcuno a fare sport, a giocare a pallone insomma a fare quello che gli piace fare? Che è bello vincere, che bisogna andare in campo e dare il 100% sempre o che per migliorare bisogna impegnarsi ? Forse non sono riuscito a tenerli umili, a fargli capire che per stare al top ti devi sacrificare e che non esiste l'appagamento per fare quello che ti piace fare. Ma che cos'è l'appagamento? Forse semplicemente avevano bisogno di qualcosina in più di quello che io potevo dargli. Oggi quella squadra non esiste più, ma esistono ancora loro che giocano tutti in altre squadre e che spero si divertano ancora molto. Io li seguo da lontano…e provo tanto orgoglio per ciascuno di loro.

Domanda: E cosi arriviamo alla fatidica data, lunedì 18 Agosto 2008, inizio della tua esperienza col C5BZ, data del ritrovo…alcuni dei tuoi giocatori simbolo (Sartin, Gianotti e Mongelli), ti traghettano in questa nuova scoppiettante realtà, fatta di solide basi e sogni concreti…l'unico neo è dover ripartire dal basso, ma tu non hai il pelo sullo stomaco, e accetti con l'entusiasmo che ti contraddistingue…il primo anno ottieni la promozione alla C (nonostante una miriade di brutti infortuni che aveva ridotto ai minimi termini la tua rosa), e il secondo tu e tutta la società proiettate lo sguardo ambizioso verso la B…ma qualcosa non va, l'ingranaggio cardine si rompe, e la società il 15 dicembre 2009 emette un comunicato dove dice che sei stato sollevato dalla guida tecnica del team (cosa rara come trovare un porcino da due chili sui prati del Talvera), al tuo posto subentra poi Ezio Maria Sieff. Ora che la clessidra del tempo ha scandito parecchio tempo, e di acqua sotto i ponti ne è passata a bizzeffe, raccontaci cosa realmente è successo in quell'autunno 2009…perché sei stato rimosso, e con che motivazioni??? A questa domanda, l'intero panorama futsalistico non si è mai riuscito a dare una riposta.
Risposta: Normalmente quando si procede ad un esonero c'è sempre qualcosa che non va, chiaramente. Forse ai nostri livelli non è proprio così consueto, ma il mondo dello sport è così che funziona. Mi incontrai un sabato mattina dello scorso dicembre poco prima della sosta invernale con il Presidente, il VicePresidente e il Direttore Sportivo. Mi dissero che non godevo più della considerazione di una parte dello spogliatoio e che loro malgrado erano costretti ad esonerarmi. Che ci fosse qualcosa che non andasse a me pareva evidente già da un pezzo. La sera prima giocammo e ricordo che tirava una brutta aria. Probabilmente i giochi erano già fatti. La senzazione che provai quella sera fu di profonda umiliazione.

Domanda: Veniamo ai giorni nostri, dove nonostante molte e molte richieste (di questo ne ho la certezza e le prove) sei ancora lontano dalle panchine legnose…diciamo che osservi, sei "l'uomo che guarda", anche se onestamente senza assiduità…difatti, proprio qualche settimana fa, ti ho incontrato sugli spalti per un match del C5…proprio quel C5Bz che ora milita in Serie B, ma che naviga in pessime acqua. Il mister attuale è Lele "Alchimia" Loss, detentore di una concezione di futsal propria, difatti sia il suo Bubi che il suo Green avevano un'identità ben definita…quell'identità che nel C5Bz non c'è…questo discorso mi ricollega alle tua gesta in casa cicinquina, dove i tuoi meccanismi tipici ad orologeria e i tuoi tagli non si sono mai visti…ma allora io ti chiedo: "Dov'è il problema di fondo nel team del presidente Benussi, dato che due eccellenti allenatori non sono riusciti ad imporre il loro credo???". Risposta cruda, ma che forse nasconde una risposta ovvia…
Risposta: Non posso certamente parlare per Daniele Loss che stimo moltissimo. Il fatto è che non conosco l'attuale reale situazione. Per quel che mi riguarda non sono riuscito a coinvolgere alcuni giocatori sul piano del gioco che per me è il calcioa5. Va da sé che perché un matrimonio possa riuscire bisogna perlomeno sforzarsi di capirsi altrimenti ci si esonera.

Domanda: Giorgio, tu lo sai, il futsal è la "tua" casa, un personaggio come te deve rientrare il prima possibile in questo circuito…dove lo troviamo un altro con il tuo stilosismo (sempre impeccabile in camicia). In attesa di ciò, dai forma al tuo quintetto delle meraviglie con i giocatori che ti sono passati fra le mani…quei 5 elementi (un portiere e 4 uomini di movimento) che ti hanno riempito il cuore…mi raccomando, ogni scelta deve essere motivata…
Risposta: In porta direi Antonio Tenderini dell'Holiday. Fortissimo tra i pali e persona veramente disponibile. Come centrale menzionerei Andrea Cino Marino del primo biennio juventino. Vederlo crescere nel ruolo mi ha dato veramente soddisfazione e mi è sempre rimasto impresso perché persona di caratura non comune. Si è un po' perso calcettisticamente parlando ma io so che lui è un grande e ci ritornerà. Primo laterale ricordo con affetto il mitico Andy Urban dell'Holiday. Forse non piedi eccelsi ma grande tattico, insomma uno che capiva al volo dove mettersi e cosa fare. Persona amabile e lo considero un amico. Secondo laterale David DiMuccio del C5 Bolzano. È nato per fare il Capitano e sarà perché io ho un debole per i giocatori grintosi lo vorrei sempre in squadra con me. Pivot. Denis Nano Veronese e che diamine. E' l'argento vivo nel vero senso della parola. Forse un po' eccessivo negli atteggiamenti, forse non un pivot puro e forse non un goleador di razza ma certamente uno che in campo non passa certo inosservato. Matto da legare e coraggioso.Mettere giù questo quintetto è stato molto doloroso, perché ho dovuto tacere di tutti gli altri giocatori che ho avuto la fortuna di allenare. Sono tutti stati una fortuna per me e li ricordo tutti con grande affetto. Tutti tutti.

Domanda: Quando si entra nello spazio "Ultima Domanda", io mollo la scena per farmi na birra media e lascio il microfono nelle mani del mio intervistato…il mondo degli adoratori del parquet laccato ti ascolta, è tempo di vomitare qual sassolino che ti tormenta da tanto, troppo tempo…
Risposta: Bene, allora parliamo degli ''Uomini in nero'', altrimenti noti come ''Arbitri''. Non vorrei fare di tutta l'erba un fascio e non lo faccio. Ce ne sono di veramente bravi e questo bisogno dirlo a voce alta. Ma bisogna urlare invece che un buona parte di questa categoria è assolutamente inadatta. Non stò parlando di comuni errori tipo, inversione nelle rimesse e dei falli che ci stanno e ci staranno sempre. Sto parlando di arroganza e di sufficienza negli atteggiamenti, con a volte scarsa conoscenza dei regolamenti. Il calcio a5 in regione negli ultimi anni è cresciuto molto. Forse siamo ancora indietro rispetto ad altre realtà ma siamo cresciuti. Gli arbitri sono rimasti indietro. Devono capire che, come in tanti altri sport ma soprattutto nel calcioa5 le loro scelte sono spesso determinanti ai fini del risultato. Pensiamo ad esempio ai falli cumulativi. Devono rendersi conto che un giocatore normale durante una partita ha il testosterone alto ed è facile che possa anche perdere la testa e spesso questo è causato proprio dall'atteggiamento arbitrale. Una persona famosa di cui non ricordo il nome ha detto che il miglior arbitro è quello che si nota di meno. Concordo.

Concludo facendo un plauso a Girogio, campione indiscusso di professionalità e di buon senso, uno dei rari personaggi "veri" del nostro ambiente,
Salumi con inchino, Bandito nr.13!!!

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